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Limitazioni al Brennero: pressioni dall’Europarlamento per sbloccare la situazione
Negli scorsi giorni, otto europarlamentari hanno scritto e inviato una lettera alla commissione UE chiedendo di intervenire per risolvere la situazione.
L’Austria continua a imporre limiti di transito al valico del Brennero, preoccupando gli operatori dell’Export italiano.
Dei 6.996 km di infrastruttura autostradale italiana, il tratto della c.d. autostrada del Brennero è senz’altro uno dei più importanti visto il peso commerciale che esso rappresenta.
Si tratta infatti di una delle nostre principali porte di accesso al commercio, situata lungo la linea Scandinavo-Mediterranea tracciata dalla rete transeuropea, in grado di connettere il nostro Paese a quelli del centro-nord Europa (Germania e Polonia su tutti).
Solamente per citare, il valore totale delle merci in uscita che lo attraversano è stimato a circa 214 miliardi di euro.
In termini di volumi, inoltre, nel 2019 vi sono transitate 53,4 miliardi di tonnellate di merci, di cui 74% su strada e il 26% su rotaia.
Tuttavia, da almeno un decennio la tratta si trova sotto alcune limitazioni di natura giuridica, imposte in maniera unilaterale dai nostri vicini austriaci.
In breve, nel 2011 il governo tirolese ha introdotto per la prima volta un divieto di circolazione settoriale, circoscrivendo il passaggio di mezzi pesanti per alcune specifiche categorie merceologiche.
Ciò ha sollevato non di rado diverse questioni di diritto comunitario, anche se dopo oltre dieci anni, questi temi non sembrano ancora essere risolti.
Di recente il tema è nuovamente tornato sulle prime pagine delle riviste di settore, in quanto, a partire dal 1° gennaio 2021, il governo austriaco ha introdotto una nuova norma che impone il divieto al transito notturno per tutti i Tir italiani compresi anche quelli meno inquinanti in assoluto (gli Euro 6).
Sono esplicitamente esclusi solo i mezzi pesanti a trazione completamente elettrica o a idrogeno e celle a combustibile, cioè veicoli che non sono ancora prodotti in serie. Fanno eccezione anche i veicoli diesel Euro6 che hanno come origine o destinazione una località tirolese.
Sebbene formalmente introdotti come norme di carattere ecologico, tali divieti sarebbero contrari alle norme sulla libera circolazione del diritto europeo, come dimostra un documento interno redatto dalle 3 direzioni generali del Mercato interno, dei Trasporti e dell’Ambiente che sollecitò, già nel dicembre 2020, la Commissione Europea ad avviare una procedura d’infrazione ai danni della vicina Austria.
Tuttavia, la commissione UE, nonostante le forti pressioni di Italia e Germania, non ha avviato azioni risolutive nei confronti del governo austriaco.
Ciò risulta essere particolarmente penalizzante per il sistema economico italiano, in quanto, stando ad uno studio condotto dal Sole 24 Ore, il valore delle merci inserite nei divieti austriaci varrebbe fino al 63% dell’interscambio complessivo tra l’Italia e i Paesi del centro-nord Europa.
Ciò reca dunque un danno non trascurabile nei confronti dell’Italia in primis, e di tutti gli Stati che beneficiano del suo export.
“I divieti di circolazione ai tir imposti unilateralmente dal Tirolo sulla direttrice del Brennero minacciano non solo l’export italiano ma la tenuta stessa del mercato interno europeo […], la Commissione Ue deve vigilare sul rispetto del diritto comunitario e intervenire subito per sbloccare una situazione di impasse ormai insostenibile”.
Così l’eurodeputato Massimo Salini, membro della Commissione Trasporti del Parlamento EU, promotore e primo firmatario della lettera inviata pochi giorni fa alla commissione EU per chiedere un intervento urgente per risolvere la situazione. “Nella lettera esprimiamo seri dubbi – spiega Salini – sulla proporzionalità delle misure attivate unilateralmente dalle autorità tirolesi, e sulla loro compatibilità con il diritto europeo. Il trasporto pesante locale gode infatti di vincoli meno stringenti rispetto ai mezzi in transito al Brennero”
Per questo motivo, da organizzazione attiva nel settore, auspichiamo che la questione venga effettivamente aperta dalle istituzioni europee e risolta al più presto, fornendo chiarezze a tutti gli enti coinvolti.
Lo sapevi che….
Il porto di Livorno è uno dei porti italiani della costa occidentale più vicino al Passo del Brennero, distanziandosi di soli 521 km. Il porto è collegato ai principali nodi stradali della regione, mediante dei raccordi con la Superstrada Firenze-Pisa-Livorno, l’Autostrada A12 e la Variante Aurelia.
Inoltre, sono presenti oltre 60 km di linee ferroviarie collegate direttamente alla linea Livorno – Pisa.
Se guardiamo alla movimentazione totale in tonnellate di merci, nel 2019, come riportato da Assoporti, il Porto di Livorno è il terzo porto italiano con una movimentazione di 36.715.346 tonnellate di merci, di cui quasi la metà sono costituite dal traffico Ro-Ro.
Stando ad uno studio condotto da CONFETRA (Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica) il Porto di Livorno nel primo semestre 2020 è il primo scalo italiano per il traffico Ro-Ro, con un totale di 7.827.757 tonnellate di merci.
Ad ogni modo, auspichiamo nuovamente che la questione venga risolta, soprattutto considerati i recenti dati sulla ripresa della produzione italiana: ottimi segnali per il futuro, soprattutto per chi sceglie Livorno come punto di snodo per la spedizione della propria merce.