Le bulk carrier sono navi che vengono utilizzate per il trasporto alla rinfusa di carico secco come granaglie o minerali, ma anche fertilizzanti, sabbie e rottami di ferro.
Questo tipo di nave presenta una tecnologia più semplice rispetto alle moderne navi commerciali. Sostanzialmente, questa è suddivisa in stive entro le quali viene depositato il carico di materie prime.
Le pareti laterali delle stive sono inclinate sia nella parte inferiore che in quella superiore, in modo da facilitare l’assestamento del carico verso il centro, evitando che questo si sposti durante la navigazione.
Al carico si accede attraverso più boccaporte, le cui dimensioni consentono la discarica a mezzo di gru a benna, anche se alcuni particolari tipi di portarinfuse sono dette “a scarico autonomo” in quanto dotate a bordo di propria gru.
La capacità di carico di una portarinfuse si esprime in tonnellate di portata lorda (dwt – dead weight tonnage) che la nave può trasportare al massimo delle sue potenzialità.
Ciò porta a diverse categorie a seconda delle dimensioni:
- Coaster 5.000-12.000 dwt
- Handysize 20.000-35.000 dwt
- Handymax 36.000-49.000 dwt
- Supramax 50.000-64.000 dwt
- Panamax/Kamsarmax 65.000-82.000 dwt
- Postpanamax/Mini Cape 87.000-115.000 dwt
- Capesize 120.000-200.000 dwt
- Very large ore/bulk 220.000-400.000 dwt
Contrariamente al traffico dei carichi liquidi, il quale interessa quasi esclusivamente il trasporto di petrolio o derivati, l’universo dei carichi secchi è molto più variegato in termini di merci e aree geografiche interessate.
Nella ricerca della nave da impiegare sulle principali rotte marittime è fondamentale conoscerne la portata in termini di peso e di valori in base ai valori di cubaggio delle merci stesse.
In generale, esistono materie prime con un peso molto elevato rispetto al volume (es. ferro) e altre, al contrario, che sono molto voluminose rispetto al loro peso (es. grano). Nel primo caso è consigliabile avere come riferimento il dislocamento di nave, ossia la massa d’acqua spostata dalla parte immersa dell’imbarcazione, il cui peso, per il principio di Archimede, è uguale al peso totale della nave. Nel caso delle merci voluminose, invece, fa sempre fede il volume della stiva, espresso in bale per le merci confezionate e in grain per le merci alla rinfusa.
Inoltre, le rinfuse possono essere catalogate anche rispetto alla natura merceologica. Tra queste si individuano le maggiori (carbone, minerale di ferro, grani) e minori (percoke, legname, sabbie e altro). Queste materie prime – chiamate commodities – sono in gran parte trattate nel nostro terminal rinfuse.
I traffici di rinfuse secche collegano i luoghi di estrazione ai luoghi di utilizzo. Questi possono subire notevoli influenze di natura geopolitica o metereologica, oltre che sperimentare picchi di domanda occasionali che possono essere compensati – solo parzialmente – da aree alternative dove si trovano disponibilità secondarie.
Queste variazioni sulle fonti di approvvigionamento o sui prezzi delle materie prime possono cambiare rotte tipiche di mercato facendo oscillare il prezzo dei noli (ossia dei trasporti marittimi), per questo alcune compagnie preferiscono offrire un servizio tramp.